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Pronto Soccorso Micioso - capitolo 1: cosa fare quando si trovano dei micio-neonati abbandonati?

  • Clarissa Guidi
  • 22 ago 2015
  • Tempo di lettura: 5 min

Noi di Sos Miao abbiamo pensato di creare un piccolo manuale di pronto soccorso micioso da consultare e tenere sempre a mente per affrontare le situazioni di emergenza. Per il primo articolo, io gatto Ahmir, ho chiesto aiuto alla mamma della mia a-micia Pippi Mamao, la zietta Clarissa! Clarissa ha cresciuto e salvato tantissimi micini abbandonati, insomma la mamma di Pippi è una vera umana con le vibrisse!

“Ho trovato un gattino piccolissimo…e adesso che faccio???”

Telefonata o messaggio che, purtroppo, le “gattare” ricevono spesso.

Posto che sarebbe auspicabile quanto meraviglioso che nessuno si trovasse mai in questa situazione, stendiamo una breve e semplice linea di indicazioni su cui basarsi per i primi momenti successivi al ritrovamento (che spesso avviene di notte, durante il week end o nelle feste…sempre nei momenti in cui il veterinario è chiuso!).

Prima regola di buon senso: un gattino o una cucciolata, rinvenuta nel bidone dell’immondizia è certamente il risultato di un abbandono scellerato; un gattino che piange isolato non necessariamente si trova nella medesima situazione.

Dunque se sentite piangere, cercate, e quando trovate innanzitutto non toccate.

Se il gattino appare “normale”: non è ferito, non ha evidenti patologie, non ansima, non è immobile…la prima cosa sensata da fare è aspettare per qualche decina di minuti che la mamma gatta torni a recuperarlo.

Può capitare che un gattino venga momentaneamente lasciato o che cada dalla bocca della madre mentre questa è intenta a spostare la cucciolata. In quel caso, salvo enormi stress e paure, la gatta sentirà il richiamo del suo piccolo e tornerà a prenderlo.

Appostatevi a rispettosa distanza e impiegate almeno 15 minuti per dare la possibilità alla natura di fare il suo corso.

Se, ipotizziamo, dopo una mezz’ora abbondante il gattino è ancora lasciato a se stesso è plausibile che sia davvero abbandonato a se stesso.

A quel punto scatta l’operazione recupero.

Prima cosa da controllare: vitalità.

Un gattino, anche appena nato, si muove. Ovviamente non si regge sulle zampe, ma soprattutto se spaventato dalla mancanza della madre si agita parecchio. Deve agitarsi, se non lo fa, la situazione è grave.

Il primo rischio che corrono i piccolissimi è l’ipotermia, leggasi “morire di freddo”. Prendete il gattino e mettetelo al caldo, se necessario infilatelo dentro ai vostri vestiti e correte a casa.

Se non avete a disposizione una lampada riscaldante, una borsa dell’acqua calda o uno scaldotto elettrico la soluzione è semplice: riempite una bottiglia di plastica di acqua ben calda, adagiatela coperta con un panno caldo in una scatola ben imbottita e ponete il cucciolo vicino alla bottiglia.

Anche in estate (esclusi i pomeriggi a 40 gradi in cui sarà sufficiente un’imbottitura in cotone) i cuccioli necessitano del corpo della madre per mantenere la giusta temperatura, fate solo attenzione a non ustionarli con il contatto diretto con la fonte di calore.

Se il cucciolo tende a rispondere poco agli stimoli (cioè non cerca la madre, è apatico o peggio abbandonato ecc) potrebbe essere a digiuno da molto tempo ed avere la glicemia bassa.

Prendete una siringa senza ago o un contagocce e riempite con circa 1 ml di acqua tiepida a cui aggiungete un po’ di zucchero e fate scivolare lentamente le gocce nella bocca del cucciolo, in alternativa qualche goccia di miele spalmato (con l’aiuto di un cottonfiock) sulle gengive otterrà il risultato di “svegliarlo” in pochi istanti.

A questo punto dovete capire quanti giorni ha il vostro piccolo amico.

Prima cosa: occhi chiusi o occhi aperti.

Indicativamente i cuccioli iniziano ad aprire gli occhi (operazione che richiede un paio di giorni per essere ultimata) intorno al decimo giorno di vita. Se gli occhi sono belli spalancati potrebbe avere già tra le due e le tre settimane.

Se gli occhi sono completamente chiusi controllate la presenza del cordone: se il cordone ombelicale è ancora presente (secco ma ancora attaccato all’addome) il cucciolo ha meno di una settimana di vita, potrebbe addirittura essere nato 24 ore prima del vostro ritrovamento.

È facile capire che, anche con tutte le attenzioni del mondo, più giorni il piccolo ha trascorso con la madre ( nutrendosi del colostro prima e del latte dopo) più alte saranno le probabilità di riuscita del tentativo di crescerlo.

Detto questo, una volta data una approssimativa età al cucciolo dovete pensare a come nutrirlo.

Regola aurea: i gatti, tutti i gatti di qualsiasi età, sono privi degli enzimi necessari alla digestione del latte vaccino. Per quanto gli piaccia, li manda in diarrea.

Un gattino appena nato non può permettersi di ingerire del cibo indigeribile, quindi NIENTE LATTE DI MUCCA.

L’ideale sarebbe avere del latte in polvere per gattini, ma ipotizzando che non ci sia in casa cosa si può usare per salvargli la vita in piena notte?

Se avete del latte di capra, usate quello.

In mancanza di latte caprino, una pappetta liquida fatta con acqua, ricotta e un po’ di tuorlo d’uovo per una notte, in extremis, può andare. In alternativa all’acqua e ricotta potete usare del latte vaccino senza lattosio se per caso consumate quello. Un tuorlo d’uovo crudo, ben amalgamato con gli altri ingredienti (latte senza lattosio oppure acqua e un cucchiaino di ricotta), reso tiepido ma non tanto da cuocerlo ovviamente solitamente risulta abbastanza appetibile ed energetico.

Scaldate quello che avete a disposizione, provatelo sull’interno del polso (deve essere ben tiepido, né freddo né troppo caldo) e ipotizzando di non avere un biberon da svezzamento usate una siringa a cui avrete tolto l’ago oppure un contagocce.

Lasciando il gattino appoggiato sulle 4 zampe, fategli sentire il sapore del cibo…potrebbe attaccarsi alla siringa “alla disperata” o esserne spiazzato e continuare ad urlare per la fame. Cercate di convincerlo, comunque fate in modo che ingerisca almeno 2 o 3 ml di liquido.

Nel caso in cui tentasse di mordere la siringa, controllate lo stato dei dentini: se sono fuori dalla gengiva già per un paio di millimetri potete provare anche con del cibo solido.

Umido per gattini in mousse, umido ricostituente specifico ( ad esempio A/D, Recovery ecc ecc) finanche mousse per gatti adulti…ricordiamoci che si tratta di un’emergenza, non di una dieta adatta ad un orfanello non svezzato!

Diluite con poca acqua calda e provate sia con la siringa che a porgerglielo davanti…potrebbe stupirvi e ciucciare il cibo da solo.

I cuccioli, se si saziano, possono dormire anche per 4/5 ore filate (o più, a seconda dell’età) ma se siete inesperti e/o il gattino molto piccolo, meglio nutrirlo poco e spesso: ogni 2 ore circa.

Dopo ogni pasto inumidite con acqua calda del cotone idrofilo e strofinate delicatamente il sederino e i genitali, così da imitare l’opera di pulizia della mamma gatta e stimolare il piccolo ad espletare le sue funzioni fisiologiche. È un’operazione di vitale importanza.

Ricordate di non lasciare che il gattino affamato si “affoghi” nel cibo: le polmoniti causate da cibo che prende le vie sbagliate sono spesso letali.

Non alzate il cucciolo per vedere più comodamente dove si trova la bocca, non è la posizione naturale per nutrirsi.

Mettete la scatola in alto, sedetevi e con il gattino all’altezza della viso, nutritelo mentre resta appoggiato sulle 4 zampe.

Ricordate che molte farmacie “umane” hanno almeno una marca di latte in polvere per gattini.

Il giorno successivo, fosse anche domenica e doveste finire a suonare alla farmacia di turno, cercate di procurarvi il latte in polvere ed il biberon adatti.

I bugiardini delle varie marche di latte in polvere contengono le informazioni relative alle diluizioni e alle quantità che il cucciolo dovrebbe assumere in base al suo peso (facilmente verificabile con una normalissima bilancia da cucina), seguite le istruzioni.

Va da sé che, appena possibile, dovrete accompagnare il piccolo da un veterinario che procederà ad un indispensabile controllo delle stato di salute generale e vi fornirà tutte le indicazioni utili a fare tutto ciò che è in vostro potere per vestire al meglio i panni della mamma gatta e salvare la vita a un orfanello peloso.

 
 
 

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