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  • Immagine del redattoreMiagola Mya

Chip o non Chip?

Dal 1° gennaio 2020 in Lombardia, dove abito, è obbligatorio per i nuovi micini nati, o anche dati in adozione da questa data, devono essere chippati. Non c’è un obbligo retroattivo, ma il proprietario può decidere se metterlo lo stesso. Già per i bau era obbligatorio il chip (prima c’era il tatuaggio). Con l’avanzare delle tecnologie si è fatto un passo avanti, più immediato, per identificare il peloso e il suo proprietario.


Miagoliamo insieme…


A cosa serve

ll chip raccoglie al suo interno tutti i dati identificativi del peloso, compreso il nome del suo padrone ed il suo telefono.


Cosa è?

Il microchip è un piccolo dispositivo, inserito sottocute.

Il microchip ha le dimensioni di un chicco di riso e somiglia ad una capsula in vetro. Al suo interno è custodito il codice unico identificativo di 15 cifre: le prime tre cifre indicano il paese di appartenenza del gatto, le ultime 12 cifre contengono i dati del peloso e del suo proprietario.







Nel caso di un viaggio all’estero mettere il microchip al gatto è obbligatorio per ottenere il passaporto europeo. Solo un veterinario iscritto all’Ordine professionale può mettere il microchip al gatto. Eventuali altri operatori che si offrono di inserire il microchip, come allevatori ad esempio, non sono autorizzati a questa pratica. La procedura è la stessa di quella per l’applicazione del chip al cane. In genere non richiede la sedazione del gatto e una volta inserito non provoca reazioni allergiche o fastidio.



Ora torno a sprimacciare il mio cuscino che fuori diluvia e mi mette uggia… a venerdì per la prossima miagolata

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