Intervista a Elena Della Giovanna, mamma e gattara <3!
- gatto Ahmir
- 16 ott 2015
- Tempo di lettura: 4 min
Buonasera dal vostro lucertologo gatto Ahmir, nel nostro spazietto con le vibrisse questa volta abbiamo il piacere di ospitare una mamma! Una mamma che non si gira mai dall'altra parte davanti alla sofferenza altrui, con amore e tanto coraggio, Elena ha scelto di dedicare parte della sua vita ai mici più sfortunati.

Elena, come è iniziata la tua avventura da volontaria?
Eccomi! In realtà non c'é un inizio per questa mia missione. Sono nata così! Sin da bambina ho cercato di aiutare gli animaletti in difficoltà: lucertole, insetti, lumache... Li ho sempre visti come amici e fratelli. Naturalmente, vivendo con i miei genitori, ho dovuto contenermi. Ma appena sono andata a vivere da sola e poi sposata, ho potuto dedicarmi alla mia missione.
Ci parli un po' dei tuoi mici?
I miei gatti sono meravigliosi: sono dolcissimi, accoglienti, socievoli. Per noi sono famiglia. Sono quasi tutti disabili o anziani... perchè adoriamo questa categoria felina.
Oltre ad essere un'umana con le vibrisse e ad occuparti di noi mici, hai tre splendidi umanini, come riesci a trovare il tempo di essere mamma e allo stesso tempo volontaria? E' possibile conciliare le due cose?
È assolutamente possibile essere mamma e volontaria. L'essere mamma, che per me é la cosa più bella al mondo, mi ha permesso di vedere le cose dalla giusta prospettiva, di dare il giusto peso e valore alle situazioni e sentimenti...mi ha permesso di essere più "attenta ed aperta" ai bisogni di altre creature.

I tuoi mici hanno insegnato qualcosa ai tuoi bambini?
I miei gatti, e tutte le creature che passano da noi in stallo, ci hanno insegnato quanto sia bella la vita, quanto meriti di essere tutelata. Ci ha insegnato a non arrenderci mai a credere nei sogni e... nei miracoli. Ad accettare la perdita ed il dolore con coraggio e " leggerezza"( passatemi il termine). A me in particolare hanno insegnato la pazienza (già forgiata dai miei tre figli maschi... ahahahah), a tentare sempre, a provare e riprovare... Ad avere speranza.
Su facebook tante persone cercano di attirare l'attenzione postando foto cruente, ma tu solo con le parole riesci a trasmettere immagini di un dolore vivo, i tuoi post colpiscono dritto al cuore. Solo chi ha guardato il dolore in faccia senza nascondersi può essere poi capace di raccontarlo agli altri. Elena, come si fa a rimanere in piedi, ad andare avanti, quando, quasi ogni giorno, si va a sbattere frontalmente contro il dolore?
Con il dolore e la morte ci convivo quasi quotidianamente. Ho paura di tutti e due... se potessi scapperei a gambe levate. Ma non posso... e allora torno indietro, impugno la spada e li affronto io per prima. Sono convinta che la vita è una ruota che gira...oggi a te...domani a me. Penso a come mi sento io quando sono in difficoltà...una parola gentile ed una mano amica possono, se non cambiare le cose, quantomeno migliorarle. Cerco quindi di fare agli altri quello che vorrei venisse fatto a me. E ( un pò più egoisticamente) cerco di seminare ciò che mi piacerebbe raccogliere. Essendo madre penso sempre che il povero disgraziato, ferito o malato o morente per strada, é sempre figlio di una madre come me...e come vorrei che, in caso di bisogno, qualcuno soccorresse ed aiutasse i miei figli, io lo faccio allora con quelli degli altri.

In un post molto commovente, hai scritto a favore dell'adozione dei mici terminali, come si può trovare il coraggio di adottare qualcuno sapendo che ci lascerà poche settimane o pochi mesi dopo essere entrato nella nostra vita?
Aiutare ed accogliere un micio terminale é la prima, ovvia, cosa da fare quando si dice di amare gli animali. Prima o poi arriveremo tutti alla fine della strada. Loro non hanno tempo di aspettare. L'importante è partire con il piede giusto, senza malumori, rabbia e frustrazione. Si sa già sin dall'inizio che il tratto di strada sarà breve (ed anche in salita!). Ci si tira su le maniche, si mette lo zaino in spalla, gli scarponcini apposta per le salite (e arrampicate) e si parte!
Per i gatti Felv positivi è difficilissimo trovare una casa, cosa vuol dire adottare un micio malato di leucemia?
Adottare un gatto Felv significa semplicemente...adottare un gatto! Con un cammino un pò più breve...ma sempre un gatto...con tutte le cose belle, fisime, avventure che può avere un gatto!
La medicina veterinaria ha fatto passi avanti nella cura della Felv?
Purtroppo la Felv rimane ancora una malattia mortale, anche se esistono accorgimenti per allungare la vita e migliorarla.
Dare in adozione un micio non è una scelta facile, come si fa ad assicurarsi che la famiglia dove andrà a vivere gli vorrà bene e si prenderà cura di lui?
Sono tanti anni che faccio adozioni e con i miei adottanti ho poi un bellissimo rapporto di contatti nel tempo...fatto di foto e chiacchierate al telefono, incontri. Anche se non lo scrivo, ne scarto molti (sempre con educazione), ma quelli che diventano poi " i miei adottanti" sono super!! Quelli più motivati sono soprattutto gli adottanti dei mici Felv, malati o disabili. difficilmente poi cambiano idea!
Cosa possiamo fare per rendere migliore la vita dei mici randagini italiani ?
La cosa più bella per migliorare la vita di un randagino...e aprirgli la porta di casa togliendolo dai pericoli e dalle malattie. Se ciò non è possibile è importante portare cibo, creare ripari, sensibilizzare la gente, curarli se malati e soprattutto sterilizzarli.
Grazie per l'intervista! Un abbraccio a tutti

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